La grande fuga

 

Ogni corsa, breve o lunga che sia, rappresenta, a suo modo, una fuga. Perché corriamo? Da cosa fuggiamo? Una quantità di libri ed articoli sono stati pubblicati al riguardo. Qui io dico la mia: corro per fuggire da una quotidianità eccessivamente frenetica. Corro per non correre
Classe 1980, maschio, padovano e pronatore, ho iniziato col running quattro anni fa, nel 2018, quasi per caso, e non ho più smesso.
La prima competitiva cui ho partecipato è stata, l'anno successivo, la mezza maratona di Padova. 21 km di puro godimento sotto una pioggia battente che non ha mai dato tregua, in 1h e 41 minuti: per la prima volta in vita, mi sono sentito padrone di un gesto tecnico, mi sono sentito un atleta.
Grazie ai consigli di Fabrizio, mio fratello e infaticabile endurance runner, la progressione è stata costante e l'anno scorso ho ottenuto i risultati migliori: sono sceso sotto i 40 minuti alla Avesani Last 10 km, a Verona, e sotto 1h e 30 minuti alla mezza maratona di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso.
Quest'anno, dopo un periodo di stop, ho deciso di cercare nuovi stimoli, ponendomi un obiettivo tre volte sfidante per un amatore: correre per la prima volta una maratona, correrla in meno di 3 ore e raccontare la mia preparazione e le mie (dis)avventure podistiche in questo blog.
Kilometro 43 è appunto questo: il momento del bilancio e delle impressioni, dopo la fatica; ideale punto d'incontro per chi, come me, dopo la corsa, ama condividere risultati, obiettivi, successi ed insuccessi, dinamiche e materiali.
Buona fatica a tutti!    





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