3, 2, 1...si parte!

 


L'avventura è cominciata. La marcia di avvicinamento alla maratona ha ufficialmente preso il via la settimana scorsa con le prime uscite su strada. 

L'obiettivo era quello di mettere un po' di chilometri sotto le scarpe, correndo senza badare al cronometro. Il bilancio settimanale è stato di 49 km totali su quattro uscite, con tre lenti da 10 km ed un lungo domenicale da 19 km.

Il primo allenamento, lunedì 12 settembre, è stato difficile; l'inattività si è fatta sentire. Infatti, nonostante il ritmo blando, dal sesto in chilometro in poi, ginocchia e quadricipiti dolenti mi hanno fatto soffrire. In ogni caso, primi 10 km in archivio: obiettivo raggiunto. 

Il secondo allenamento, due giorni più tardi, è stato ancora più complicato. Evidentemente avevo bisogno di un recupero più lungo, le mie gambe non volevano saperne. A ginocchia e quadricipiti dolenti, verso l'ottavo chilometro, si è unito pure un dolore al fianco. Non ho mai guardato il Garmin così di frequente, il decimo chilometro non arrivava mai. 

Durante il terzo allenamento, sabato 17, invece, a tratti, ho provato le prime buone sensazioni durante la corsa, tanto da confermare il proposito di intraprendere un lungo il giorno successivo.

Così, domenica mattina, alle ore 7:10, ero già in strada con destinazione il Parco Fornace Morandi, a Padova: punto di partenza e di arrivo della manifestazione podistica ludico motoria "6 di corsa 6 dei nostri" organizzata da BombeRun ADS Podistica

Il meteo era perfetto per correre: temperatura di 12 gradi alla partenza, senza vento, e cielo azzurro con qualche sparuta nuvola a fare capolino. 

Il percorso prevedeva un tratto iniziale e un tratto finale, entrambi di circa 3 km, all'interno del quartiere Arcella, mentre il tratto centrale si snodava lungo gli argini del fiume Brentatoccando i centri abitati di Vigodarzere e Limena

L'organizzazione della manifestazione è stata, devo dire, impeccabile, sia per quanto riguarda la segnalazione del percorso che per quanto riguarda la sicurezza e i ristori, con tanto di pacer per le andature 4'30"/Km, 5'00"/Km, 5'30"/Km e 6'00"/Km.

Partenza alle 8:00 in punto. Gambe stanche fin dall'inizio a causa dell'allenamento del giorno prima, ma, tutto sommato, sensazioni discrete. Avevo deciso di accodarmi al gruppo che seguiva le pacer dei 5'30"/km nel tratto urbano e quindi, dopo il primo ristoro, al quarto chilometro, di provare ad accelerare, ma senza successo. 

La corsa lungo il Brenta in direzione Limena era molto gradevole: la vegetazione schermava i raggi solari, lasciando passare un tepore quasi primaverile.

Dopo il decimo chilometro, però, il percorso lungo il tratto arginale si è fatto più accidentato: l'asfalto ha lasciato il passo ad erba e ghiaia e  subito le articolazioni hanno cominciato a lamentarsi. 

Al quattordicesimo chilometro ho approfittato del secondo ristoro; il mio corpo mi stava ricordando che la preparazione era appena iniziata.  

Nonostante la fatica, però, ho riso di gusto quando uno dei miei compagni di andatura, sorseggiando della birra, ha dispensato agli astanti una buona quota di saggezza in vernacolo. Le podistiche sono anche questo.

Sono ripartito dopo circa due minuti, rinfrancato da una barretta ai cereali, ma con le ginocchia che protestavano. Ho cercato di stabilizzare l'andatura a 5'30"/km, concentrandomi sul respiro, ma ho fatto fatica, molta fatica. 

Al sedicesimo, prendendo come pretesto un altro ristoro, ho deciso di fermarmi nuovamente.

 A livello aerobico non avevo problemi, ma le gambe non ce la facevano più. In ogni caso, arrivare camminando era totalmente escluso: magari lentamente, ma dovevo arrivare di corsa. Gli ultimi 3 chilometri, al rientro in città, sembravano non finire mai. Sono giunto di ritorno al parco in 1h 46m 33s; 18,87 km a 5'39"/km. 

Missione compiuta, ma adesso è meglio riposare.



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