RESET&RESTART

Nei miei 12 abbondanti anni di “carriera” podistica, ho passato le fasi classiche che un po’ tutti si trovano, nel loro percorso: dal primo periodo in cui conta solo correre, al periodo più maturo in cui si passa a una corsa con cognizione di causa e nella quale i risultati vengono, ai periodi di “magra”, fino a quando prendi atto che certi risultati non ritorneranno, vuoi per questioni fisiche, anagrafiche o semplicemente di vita, che non si interseca più agevolmente con l’essere un "atleta".

Ecco, qualche anno in più rispetto al mio periodo più florido ce l’ho, anche se non lo ritengo così determinante, ma sono cambiati parecchio i ritmi giornalieri e ho qualche difficoltà a trovare il giusto allineamento con l’atleta che ero e che mi piacerebbe ancora essere. Ma di necessità, virtù. Quindi cerco alternative, espedienti validi per rilanciarmi, l’innesco della miccia che mi rimetta in moto all’insegna della continuità e che alimenti quel po’ di ambizione per ottenere nuovi risultati.

Di mio sono abbastanza abitudinario. Ho una routine settimanale sviluppata in 4 allenamenti, che cerco di posizionare il martedì, il mercoledì e il venerdì in pausa pranzo, più la domenica mattina. Ovviamente c’è flessibilità, perché i giorni potrebbero variare a causa degli impegni. Anche l’orario: non sempre la pausa pranzo è possibile dedicarla alla corsa. Sembrerebbe tutto bene, così descritto, ma poi, la realtà dei fatti è un’altra, perché come si dice “tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare”. Lo slittamento di orario (quindi fuori dalla mia comfort zone) è quasi sempre un problema, a causa di stanchezza più che altro mentale; questo, di fatto comporta ulteriore slittamento dell’allenamento alla giornata successiva, causando una criticità, che poi diventa impedimento a completare la settimana se dovesse slittare anche al giorno dopo. E in un periodo non particolarmente brillante, questo si tramuta in un mezzo disastro. Raccolgo così poche settimane produttive, alcune incomplete e ahimè, alcune anche con “insieme vuoto”.

Il fondo l’ho toccato ad aprile, in cui la mia ventesima maratona è stata una sofferenza ingiustificata, che mi ha lasciato un amaro in bocca mai provato prima in una gara. E allora sono finito di fronte a un bivio: smetto di fare gare o provo a cambiare qualcosa per rilanciarmi? Le emozioni di gara sono impagabili, voglia di smettere di farle non ne ho, ma quindi mi serve qualcosa di nuovo, che mi porti ad affrontarle con il giusto grado di allenamento e con il giusto spirito.

Lo step principale, mi sono detto, è quello di scardinare il limite mentale che mi ha condizionato fin troppo nell’ultimo periodo e ho deciso di attaccare il mio “tallone d’Achille”: la corsa mattutina. Sì, sono tutt’altro che mattiniero, ma mi sono imposto di portare a termine un percorso di 2 settimane, con allenamenti di fondo lento di durata di una quarantina di minuti, da farsi tutti i giorni. Partenza lunedì 19 agosto, ore 7.44: 40 minuti, 6,5 km, doccia, colazione e pronto per la giornata lavorativa. E via così anche il 20, il 21 etc…non mi chiedevo se ce l’avrei fatta, ero solo focalizzato a farlo. La prima settimana si è conclusa senza sgarrare e mi ha portato all’inizio delle ferie. E avendo più tempo, ho concluso la corsa con un bel bagno in mare :-)

Balenottero spiaggiato alla "Spiaggia dei pescatori", Ischia (NA).

Nella seconda ho allungato il tempo delle uscite a 45 minuti. Ho avuto un bel momento di crisi il giorno 10 di 14: non andando a letto in un orario troppo consono per svegliarmi "presto" per la corsa, mi sono svegliato stanchissimo e sono tornato a letto, ma sono riuscito a non interrompere il percorso recuperando l’uscita a mezzogiorno, un caldo infernale, però la "tacca" c'è.

L’uscita 14, ultima di questo percorso, è stata una garetta sui 10 km (abbondanti), in cui me la sono cavata abbastanza bene, con ritmo ben più impegnato rispetto a quello dei 13 giorni precedenti.

Completato il percorso di questi 14 giorni, che ho chiamato Reset&Restart, comincio un percorso di allenamento per la mezza di Treviso, a metà ottobre. Sta a me raccogliere i frutti di questo periodo di breakdown, per trarne il meglio!

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